La Fabbrica di Cioccolato | Recensione Sincera del Libro

In questa pagina condividerò con voi le mie opinioni su “La Fabbrica di Cioccolato“, il celebre libro per bambini dello scrittore britannico Roald Dahl che ha ispirato il’omonimo film di Tim Burton uscito nei cinema nel 2005. Se volete scoprire molti più dettagli sulla storia, vi consiglio di leggere il mio riassunto per capitoli o il riassunto breve. Buona lettura!
Titolo | La Fabbrica di Cioccolata |
Titolo Originale | Charlie and the Chocolate Factory |
Autore | Roald Dahl |
Genere | Romanzo |
Prima pubblicazione | 1964 |
Illustrazioni | Si – Quentin Blake |
Età consigliata | Dai 7 agli 11 anni – Guarda altiri libri per 7 anni e 8 anni |
Numero di Pagine | 200 pagine |
Recensione Breve

L’opinione di Paolo!
La Fabbrica di Cioccolato di Roald Dahl è un romanzo facile e veloce da leggere e perfetto per bambini dai 7 agli 11 anni. La storia è ricca di elementi fantastici ed è condita da tantissimi giochi di parole che tanto piacciono all’autore. I bambini riconosceranno nei cinque protagonisti del romanzo alcuni degli archetipi umani, che con tutte le probabilità si accorgeranno di aver già incontrato nella loro vita.
Il libro insegna ai bambini l’importanza della bontà e della moderazione e come l’ingordigia sia sempre l’anticamera del fallimento. Bellissime le illustrazioni di Quentin Blake che, come sempre, colgono l’anima dei personaggi e degli eventi!
Un libro imperdibile che, dopo aver letto e riletto, valuto con un bel 8,5! Consigliato!
Recensione
Una delle favole più amate dai bambini è senza dubbio quella di Hansel e Gretel e non c’è dubbio che l’elemento che regala più fascino a questo racconto della tradizione europea sia proprio la celebre casetta di marzapane in cui viveva la strega cattiva.
Chiunque abbia inventato questa storia, infatti, ebbe un’intuizione geniale: far sognare i bambini con un luogo non solo in cui vivere, ma anche…da mangiare. Un luogo che non contenesse cibo buono, ma fosse esso stesso “cibo buono”. Immaginate cosa voglia dire nella fantasia di un bambino poter addentare tutto quello che lo circonda senza pensarci due volte.
Quella casetta magica soddisfava i bisogni primari degli essere umani: ripararsi dai pericoli e sfamarsi.
Roald Dahl deve aver inconsciamente (o consciamente) compreso il grandissimo potenziale che si nascondeva dietro quella casetta e si rese conto di come la celebre storia tedesca fosse troppo breve per soddisfare tutte le aspettative che essa generava. Se ricordate bene, infatti, i bambini non facevano in tempo a godersi quella piccola dimora incantata che già spuntava la strega cattiva che li voleva mangiare.
Roald Dahl ha trasformato quella casetta in un’intera fabbrica di cioccolato, moltiplicandone all’infinito il fascino e le potenzialità. Questo luogo fiabesco, non contiene infatti solo molti dolci, ma è una dimora (quasi una fortezza) molto più grande e sicura, in cui si può trovare tutto ciò di cui si ha bisogno e si può essere lontani e al sicuro dal mondo.
Il sogno di Roald Dahl soddisfa dunque anche un terzo bisogno atavico e cioè quello di nascondersi dal mondo, che è diverso dal semplice concetto del trovare riparo. Se ci riflettete, vi accorgerete che questo bisogno è particolarmente spiccato nei bambini, che non di rado amano nascondersi dietro le tende, sotto il letto e dentro gli armadi. È importante non ridurre questo comportamento ad un semplice gioco, ma si tratta invece di un tentativo di cercare la propria coscienza e di separarla dal mondo delle cose e delle persone; quella semplice azione di trovare un nascondiglio è una ricerca di spiritualità allo stato embrionale che nella gran parte dei casi tende a perdere di forza non appena il bambino entra nell’età adolescenziale.
Se vi chiedete dunque perché La Fabbrica di Cioccolato dovrebbe piacere ai bambini, il motivo sta nel fatto che soddisfa alcuni bisogni intimi e profondi che nell’età al quale il libro si riferisce, si presentano in un stato temporaneamente ipertrofico.
La Morale
La morale de “La fabbrica di cioccolato” è davvero molto chiara e lineare: comportati male e incontrerai il male, comportati bene e incontrerai il bene.
E Roald Dahl, per trasferire ai bambini questo semplice concetto, prende in prestito un’altra idea geniale proveniente dal passato, che è quella del contrappasso dantesco. I quattro bambini che visitano la fabbrica insieme a Charlie (Augustus, Violetta, Veruca, Mike Tivù) verranno infatti puniti in maniera logica e consequenziale in base ai peccati da loro commessi:
August Bloop, il bambino grasso e ingordo di cibo, sarà risucchiato in un tubo e per questo diventerà magro come un grissino. Violetta, avida di gomme da masticare e sempre “gonfia”di ego, mangerà una gomma che la trasformerà in un pallone gonfiato. Veruca, viziata e con poco sale in zucca, verrà scambiata dagli scoiattoli per una noce marcia e verrà buttata tra i rifiuti. Mike TV, amante sfegatato della televisione, verrà risucchiato da essa stessa e trasformato in un essere piccolo e insignificante.
Il libro di Roald Dahl è dunque una fantastica occasione per spiegare anche il contrappasso dantesco e raccontare ai bambini alcune curiosità sulla divina commedia. Se l’idea vi piace, vi consiglio di dare un’occhiata all’articolo in cui vi consiglio i migliori libri per spiegare dante ai bambini.
Il Linguaggio
Il linguaggio utilizzato nel libro è molto semplice e perfetto per i bambini dai 7-8 anni in poi. Nonostante questa semplicità, offre comunque l’opportunità di imparare qualche vocabolo nuovo.
Anche in questo libro, come avviene ad esempio ne “Gli Sporcelli” (guarda recensione e riassunto), Roald Dahl usa a volte delle espressioni un po’ dure e aspre, ma che per qualche motivo, non credo possano mai essere giudicate diseducative per i bambini.
Mi viene in mente, ad esempio, quando Willy Wonka invita uno dei suoi Umpa-Lumpa a fare un ruttino per eliminare il gas ingurgitato bevendo la sua bevanda “bibita gassatissima al volo”. In quel momento dice: “Rutta, brutto scemo, rutta, o non verrai mai più giù”. Chiaramente si tratta di battute provocatorie che normalmente non si trovano in contenuti destinati ai più piccoli. Ma questa è la magia di Roald Dahl: riesci a sentire il suo “cuore da gigante buono” (era alto 1,98 cm) anche quando si esprime in maniera dura e cinica.
Il libro è poi ricco di divertentissimi giochi d parole che probabilmente in lingua originale sarebbero stati anche più divertenti. Sono gli stessi giochi di parole che troviamo ne “Il GGG – il grande gigante gentile” (guarda 10 motivi per leggerlo e il riassunto) e che hanno reso quella storia memorabile.
Le Illustrazioni
La Fabbrica di Cioccolato include circa 45 bellissime illustrazioni firmate come sempre dal bravissimo Quentin Blake. Qui in basso ne potete trovare alcune che mi hanno colpito in particolar modo e che sono sicuro piaceranno tanto anche ai vostri bambini.






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