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Canto di Natale – Dickens | Riassunto, Commento, Frasi, Morale

Canto di natale di Charles Dickens - Libro - edizione Rizzoli

In questo articolo prenderò in analisi uno dei più celebri libri di Charles Dickens, Canto di Natale, aiutandovi a capirne la bellezza, il significato e la morale.

Questo articolo è adatto sia agli studenti che sono alla ricerca di un approfondimento, sia a chi ha intenzione di leggere il libro e vuole conoscere la trama e i temi trattati.

In più, a fine pagina, vi mostrerò alcune delle bellissime illustrazioni di Iacopo Bruno che si possono trovare nell’edizione Rizzoli, tradotta dalla bravissima Beatrice Masini.

Prima di iniziare, vi consiglio di dare un’occhiata anche alla bellissima versione per bambini di Geronimo Stilton, oppure a molti altri libri di Natale per Bambini. Buona Lettura.

TitoloCanto di Natale
Altri titoliCantico di Natale, Ballata di Natale, Racconto di Natale
Titolo OriginaleA Christmas Carol
GenereNarrativa, Fantastico
AutoreCharles Dickens
Prima pubblicazione1843
Prima traduzione italianaEugenio De Benedetti (1873)
Traduzione italiana (Rizzoli 2020)Beatrice Masini
Illustrazioni (Rizzoli 2020)Iacopo Bruno (the world of Dot)
Età consigliataDagli 8-9 anni in poi (Altri libri per bambini di 8 oppure 9 anni)
Numero di Pagine107 + nota del traduttore

Prezzo Aggiornato: 19,00 EUR

In Offerta!
Canto di Natale
  • Editore: Rizzoli
  • Autore: Charles Dickens ,...
  • Collana:

Ultimo aggiornamento il 2024-03-27 / In qualità di Affiliato Amazon, ricevo una piccola commissione per ciascun acquisto idoneo.


Trama Breve

Ebenezer Scrooge è un uomo freddo, cinico e che odia il Natale e non fa altro che lavorare tutto il giorno per accumulare denaro. L’uomo tratta con durezza chiunque abbia la sfortuna d’incrociare il suo cammino, incluso il suo dipendente Bob Cratchit, un uomo povero, ma buono e onesto.

La sera della vigilia di Natale Ebenezer fa ritorno a casa e riceve la visita del fantasma di Jacob Marley, il suo vecchio socio in affari defunto sette anni prima.

Jacob Marley informa Ebenezer che nella notte riceverà la visita di 3 fantasmi: il fantasma del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro.

Il primo fantasma porta l’uomo indietro nel tempo e gli mostra gli errori che aveva commesso nel passato e che lo hanno reso l’uomo che è diventato. Il secondo fantasma gli mostra come le persone nel mondo stanno festeggiando il Natale e come sono felici anche se vivono nella povertà. Il terzo fantasma mostra a Ebenezer cosa gli aspetta se non si ravvede: la morte e la pena eterna.

Dopo l’incontro con i 3 fantasmi, Ebenezer si risveglia la mattina di Natale e qualcosa in lui è cambiato…


Riassunto Completo

Ebenezer Scrooge è un uomo anziano, arcigno e che odia il Natale e non pensa ad altro che a lavorare e a fare soldi. Quando improvvisamente muore il suo socio in affari Jacob Marley, non prova nessun sentimento e si rinchiude nel suo ufficio per rifugiarsi da un mondo che lui reputa frivolo e perbenista.

Gli unici che hanno a che fare con quest’uomo sono il suo impiegato, il povero e vessato Bob Cratchit, il nipote Fred, che sembra l’unico a nutrire ancora dell’affetto per lui e i poveri malcapitati che lo incontrano sul loro cammino.

Passano così 7 anni e nel giorno della vigilia di Natale, Scrooge torna a casa e gli appare lo spirito di Jacob Marley che lo avverte che durante la notte di Natale avrebbe ricevuto la visita di tre fantasmi: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro.

Il primo Spirito mostra a Scrooge alcune scene del suo passato e si ricorda così di come era solo e triste nella sua gioventù, di quanto voleva bene alla sorellina Fanny, a quanto era felice quando era un semplice apprendista contabile e lavorava insieme all’amico Dick Wilkins per il signor Fezziwig.

Durante il suo viaggio nel passato, Scrooge assiste alla scena in cui dopo essersi trasferito con Marley nel suo nuovo studio, dice addio per sempre a Bella, la donna che amava, per dedicarsi solo agli affari e al denaro.

Il secondo Spirito è un gigante che appare in una stanza piena di prelibatezze di ogni tipo e che tiene in mano una grande fiaccola in grado d’illuminare il cuore e le vite degli uomini. Questo Spirito ha il compito di mostrare a Scrooge cosa sta avvenendo durante quella vigilia di Natale e i luoghi in cui sono presenti persone felici nonostante la loro povertà.

Entra così nella casa dell’impiegato Bob Cratchit e conosce il piccolo Tim che, a causa di una malattia, forse non sopravvivrà. In seguito assiste al Natale semplice e gioioso di alcuni minatori intorno a un focolare, a quello di due guardiani di un faro che brindano e cantano e quello di alcuni marinai su un bastimento in mezzo all’oceano.

Scrooge si ritrova poi a casa del nipote Fred, dove tutti si divertono e fanno dei giochi a cui anche lui vorrebbe prender parte e rimane stupito quando il nipote e tutti gli ospiti decidono di brindare a lui.

Più si avvicina la mezzanotte, più lo spirito del Natale presente inizia a invecchiare e, prima di sparire completamente, apre la sua veste per mostrare al vecchio Scrooge qualcosa d’inquietante: due bambini mal nutriti e miserabili. Lo spirito spiega così che sono i figli dell’uomo e rappresentano l’ignoranza e la miseria a cui i poveri sono condannati dalla classe dirigente di cui lo stesso Scrooge fa parte. Allo scoccare della mezzanotte lo spirito sparisce nel nulla.

Appare così lo spirito del Natale futuro, un’ombra oscura e silenziosa che mostra il cammino a Scrooge alzando una mano scheletrica che spunta da un mantello nero. Lo spirito gli mostra cosa sarebbe avvenuto dopo la sua morte: alcuni uomini nella City di Londra impegnati in commenti che lo riguardano poco lusinghieri; un suo debitore condivide con la famiglia la felicità per essersi liberati di lui; e in fine, la sua anziana domestica, Mrs. Dillbert, e altri ricettatori vendono tutti i suoi beni al vecchio Joe, tra cui le cortine del suo letto.

Lo spirito porta così nuovamente il vecchio Scrooge a casa dei Cratchit e l’uomo viene a scoprire che, se le cose non fossero cambiate, il piccolo Tim sarebbe morto. Il fantasma mostra poi a Scrooge la sua stessa tomba e il vecchio, preso dalla disperazione, si attacca alla mano del fantasma, supplicando pietà.

Da un momento all’altro Scrooge si ritrova di nuovo nel suo letto e, affacciandosi alla finestra, chiede che giorno sia a un bambino, che gli risponde che è il giorno di Natale.

Scrooge, pieno di gioia per essere sopravvissuto, chiede al bambino di andare a comprare un arrosto dal pollivendolo per farlo recapitare a casa di Bob Cratchit; in seguito, per festeggiare il Natale, si reca a casa del nipote Fred che lo accetta a benvolere.

Il giorno dopo, Scrooge incontra Bob Cratchit nel suo ufficio e lo sorprende dandogli un aumento di stipendio; lo manda poi a comprare del carbone, così che possa riscaldarsi durante le ore di lavoro. Infine, lo invita a casa per parlare della loro situazione con un bicchiere di punch in mano.

A seguito degli aiuti economici che Scrooge darà alla famiglia, il piccolo Tim potrà permettersi le cure mediche grazie alle quali sopravvivrà.


Commento

Canto di Natale, anche noto come Cantico di Natale, Racconto di Natale, o Ballata di Natale è un romanzo di genere fantastico del 1843 di Charles Dickens e senza dubbio una delle sue opere più popolari, insieme ad Oliver Twist e David Copperfield.

Questo breve romanzo (poco più di 100 pagine) non è un semplice racconto sul Natale, ma è diventato il racconto di Natale per eccellenza; non narra infatti una delle tante storie possibili che potrebbero svolgersi durante questa festività, ma racconta una storia di trasformazione e conversione, che racchiude il senso stesso del Natale.

E il suo successo è dovuto anche alla sua struttura che non è solo quella classica in tre atti ispirata alla poetica di Aristotele (peccato-sofferenza-crescita) e che troviamo in ogni percorso di formazione, ma è anche quella della fiaba.

Canto di Natale, infatti, ha ben quattro caratteristiche che ricordano quelle di una fiaba: la brevità, la semplicità, la ripetizione e il climax.

La brevità è uno degli aspetti fondamentali che consente al lettore di recepire il messaggio in maniera chiara, veloce e incisiva; a quanto pare Charles Dickens non aveva nessuna intenzione di perdersi in chiacchere e rischiare di annegare il senso profondo del libro in troppe parole, fatti e personaggi; proprio come si fa in una favola per bambini.

Brevità fa rima con essenzialità che è forse metafora dell’amore stesso, quella forza creatrice e motrice che chiede all’uomo di spazzare via i falsi miti e i falsi valori, per mettere al centro della propria esistenza gli altri e il sacrificio di se stessi.

E sempre per accertarsi che il messaggio arrivi al destinatario, Charles Dickens tira fuori dalla cassetta degli attrezzi del favolière un altro importante strumento: la ripetizione.

Questo strumento ha due effetti importanti: il primo è quello di rassicurare il lettore, che in una certa misura sa già cosa aspettarsi nelle pagine successive (se la ripetizione è annunciata, come in Canto di Natale); il secondo effetto è quello di rafforzare un’emozione e il significato di un processo: se a far visita a Ebenezer Scrooge fosse stato un solo fantasma, o magari due, il lettore non avrebbe avuto il tempo d’introiettare l’emozione e il senso della vicenda.

Per fare un esempio, questo accade in maniera palese con la favola dei tre porcellini, in cui la ripetizione rassicura i bambini, permettendo loro di camminare su un sentiero chiaro e con tappe prestabilite. I piccoli lettori, hanno così la possibilità di capire cosa sta succedendo e di elaborarlo con i loro tempi.

E oltre alla ripetizione, ciò che ci immerge in modo lento ma inesorabile in questo Canto di Natale, è anche il Climax.

Ciascun incontro con i tre fantasmi, infatti, si fa sempre più minaccioso, fino ad arrivare all’ultimo della serie, il fantasma del Natale futuro, che ci prende totalmente alla sprovvista, generando uno “shock” e una trasformazione senza ritorno.

E ancora una volta, ci serve fare il parallelo con la favola dei 3 porcellini, in cui ogni tentativo del lupo di entrare nella casetta si fa sempre più difficile (casetta di paglia, casetta di legno, casetta di mattoni), fino a quando non muore bollito all’interno del pentolone.

Insomma, con la sua struttura favolistica, Charles Dickens, prende i lettori per mano e li conduce verso una meta ben precisa, che è quella di , emozionare e imparare una lezione. Senza neanche rendercene conto, diventa lui stesso il nostro fantasma, che potremmo chiamare “di ogni Natale”. Un fantasma che, solo per la durata della lettura, ci conduce per un attimo verso la salvezza.

Morale

L’insegnamento racchiuso in Canto di Natale di Charles Dickens è probabilmente uno dei più forti e memorabili che si possano trovare in una storia di Natale. Il libro ci insegna a non badare al denaro e ai beni materiali, ma a dare valore alle persone, aiutandole nelle loro sofferenze e difficoltà.

Il racconto ci ricorda quali sono i nostri “veri affari” su questa terra e che tutto il resto non farà altro che trasformarsi in catene, rimorsi e rimpianti che non ci abbandoneranno mai.

Ma l’insegnamento va anche oltre questo; Ebenezer infatti, alla fine del racconto, non ha solo aperto gli occhi e preso atto dei suoi errori, al contrario è diventato un uomo migliore e più buono di molti altri.

Questo vuol dire che anche i nostri peccati peggiori, possono diventare un’opportunità di crescita e di miglioramento. Ma il prezzo è caro ed è quello della paura, del terrore e del rimorso.

Anche Eckhart Tolle, maestro spirituale contemporaneo, parla dell’Ego come ciò che più ci allontana dai noi stessi e dalla verità, ma dice anche che può essere quella forza che, in alcuni casi, ci può spingere verso il miglioramento.

La storia di Ebeneezer Scrooge, con la sua potente morale, ha ispirato innumerevoli rivisitazioni e trasposizioni cinematografiche, tra cui “Canto di Natale di Topolino” (1983) della Walt Disney e quella in CGI del regista Robert Zemeckis del 2009, con Jim Carrey (A Christmas Carol).

Linguaggio

Per capire il linguaggio di Dickens è necessario immaginare un martello che colpisce più volte un muro, fino a quando non lo butta giù.

Lo scrittore, infatti, finché non è certo di aver trasmesso a pieno le sensazioni e le emozioni che vuole trasferire al lettore, non è disponibile ad arrestare un’infinita sequela di aggettivi e parole che rendono ogni persona, oggetto e situazione perfettamente scolpiti nell’immaginazione di chi legge.

Non si accontenta dunque di descrivere Ebenezer Scrooge come un uomo semplicemente duro e freddo, ma lo descrive come:

“Un vecchio peccatore, ferace, rapace, vorace, tenace, pugnace ed esigente”

Charles Dickens – Canto di Natale

E le descrizioni aspre non riguardano solo Ebenezer Scrooge, ma anche il mondo di miseria e povertà che infesta le vie più malfamate di Londra. Eccone un esempio:

“Le strade erano sudicie e strette; i negozi e le case derelitti; la gente mezza nuda, ubriaca, trascurata, brutta”. Vicoli e passaggi, come tanti pozzi neri, riversavano i loro odori, il sudiciume, l’umanità disgustosa sulle strade solitarie; tutto il quartiere puzzava di delitti, sporco e miseria”.

Charles Dickens – Canto di Natale

E le descrizioni al vetriolo di un mondo andato a male si intrecciano con quelle più candide, pulite e romantiche della città in festa per il Natale: ricche tavole imbandite, cuori colmi di gioia, giochi, canti e risate.

Per capire ancora meglio il linguaggio di Dickens, potrebbe essere utile leggere l’interessante nota scritta dalla traduttrice Beatrice Masini, alla fine della versione della Rizzoli. Potete leggerne uno stralcio qui sotto:

Beatrice Masini - traduttrice Canto di Natale

Le sequenze di aggettivi assonanti; i crescendo descrittivi che poi si bloccano per lasciare spazio a dialoghi di purissimo, scostante umorismo, e a chiuse secche, cinematografiche; le accoppiate spiazzanti (il ghiaccio è misantropo); le similitudini (…)

Beatrice Masini

Personaggi

PersonaggioDescrizione
Ebenezer ScroogeÈ il protagonista della storia; un uomo anziano, burbero e che pensa solo al denaro; grazie all’apparizione dei 3 fantasmi (Natale presente, passato e futuro) riscopre il senso del Natale, della vita e dell’Amore.
Bob CratchitÈ il dipendente di Scrooge; si tratta di un uomo buono, umile e mite. Lui, al contrario di Ebenezer, ama il Natale e non vede l’ora di festeggiarlo con la sua famiglia.
FredÈ il nipote di Scrooge e figlio della sorella Fanny, ormai defunta. È un uomo gioioso e positivo e nonostante l’atteggiamento dello zio, ci tiene che sia presente alla festa di Natale.
Uomini che chiedono un’offerta per i poveriQuesti due uomini entrano nello studio di Scrooge proprio nella vigilia di Natale per chiedere delle offerte, ma vengono respinti in maniera sgarbata. I due uomini rappresentano le opportunità di essere buoni e fare del bene.
Jacob MarleyÈ il vecchio socio in affari di Scrooge, morto 7 anni prima rispetto all’inizio del racconto. Jacob Marley era, come viene descritto dallo stesso Dickens, “anima gemella” di Scrooge, dunque altrettanto freddo e cattivo. Per questo motivo è condannato a soffrire i rimorsi di coscienza per l’eternità.
Fantasma del Natale PassatoHa le sembianze di un bambino con i capelli bianchi, le braccia lunghe e muscolose ed indossa una tunica bianca. Dalla testa emette una luce fortissima e in mano ha un berretto a forma di smorza candele. Questo fantasma mostra a Ebenezer gli errori che ha fatto nel suo passato.
FannyÈ la sorellina di Ebenezer che lui incontra nuovamente quando viene portato a vedere il suo passato dal primo fantasma. Era dolce e sensibile; morì giovane mentre era sposata.
Dick WilkinsAmico di Scrooge e apprendista insieme a lui presso lo studio di Fezziwig. Non ha un ruolo importante nella storia.
FezziwigÈ l’ex-capo di Scrooge e Dick Wilkins. Viene descritto come un uomo anziano e benevolo e un capo generoso ed umano. Nel racconto rappresenta ciò che Scrooge sarebbe dovuto essere con i suoi dipendenti.
BellaÈ una vecchia fidanzata di Scrooge, una donna rimasta povera e senza dote dopo la morte dei genitori. Lui l’aveva rifiutata per dedicare la sua intera vita al lavoro e al denaro. Lo spirito del Natale passato gli mostra esattamente il momento di questo rifiuto, una scena per lui molto dolorosa.
Spirito del Natale presenteÈ lo spirito che rappresenta il Natale che si sta svolgendo nel presente; è un gigante con la barba lunga che tiene una grande fiaccola in mano che illumina i cuori delle persone. È seduto in una stanza ricca di cibi succulenti e di riflessi luminosi. Secondo alcuni, essendo vestito con una veste con pelliccia bianca, può aver contribuito (insieme a San Nicola, vescovo di Myra) a creare l’immagine di Babbo Natale come la conosciamo oggi. A proposito, guarda perché Babbo Natale è rosso. Questo spirito mostra a Scrooge come le persone nel mondo stiano festeggiando il Natale, nonostante povertà e sofferenze.
Piccolo TimÈ il figlio minore di Bob Cratchit; è malato e zoppo. Nel libro sopravvivrà solo grazie alle donazioni di Ebenezer Scrooge, che gli permetteranno di acquistare le medicine per curarsi.
Spirito del Natale FuturoQuesto spirito è il meno cordiale di tutti, non parla ed è avvolto in una veste con cappuccio che gli copre il volto. Questo spirito non fa altro che alzare le sue dita scheletriche per indicare il cammino. È lo spirito che mostra a Scrooge quello che accadrà se non si ravvede: il piccolo Timmy (figlio di Bob Cratchit) morirà e lui patirà per sempre le pene del’inferno come Jacob Marley.
Mrs. DillbertÈ la domestica di Ebenezer Scrooge e appare per la prima volta quando il Fantasma del Natale Futuro gli mostra cosa succederà quando muore. La donna ruba dalla sua casa le tende del letto a baldacchino e la camicia del suo abito funebre per rivenderla ad un ricettatore, il vecchio Joe.

Le Frasi più Belle

1. Il carattere di Ebenezer Scrooge

“Il caldo e il freddo la fuori aveva scarsi effetti su Scrooge. Nessun tepore lo poteva scaldare, nessun gelo invernale poteva raffreddarlo. Non c’era vento più aspro di lui, non c’era neve che scendesse dal cielo più ostinata, non c’era pioggia battente meno disposta ad ascoltare suppliche”.

Canto di Natale – Charles Dickens

2. L’odio di Ebenezer Scrooge per chi festeggia il Natale

“Ogni Idiota che va in giro a ripetere felice Natale dovrebbe finire cotto al forno col su pudding e seppellito con un ramo di agrifoglio piantato nel cuore”.

Ebenezer Scrooge

3. Ebenezer non crede all’apparizione di Jacob Marley

“Hai più della salsa che della salma”

Ebenezer Scrooge

4. Jacob Marley spiega perché vaga sulla terra

“È richiesto ad ogni uomo che lo spirito che abita in lui viaggi tra i suoi simili e vaghi in lungo e in largo. E se quello spirito non lo fa nella vita è condannato a farlo dopo la morte. È costretto a vagare nel mondo, povero me, e ad assistere a ciò che non può più condividere, ma avrebbe potuto condividere sulla terra e trasformare in felicità!”

Jacob Marley

5. Jacob Marley spiega perché porta le catene

“Porto la catena che ho forgiato nella vita (…) L’ho creata io, anello dopo anello, e iarda dopo iarda; me la sono avvolta addosso per mio libero volere, e per mio libero volere l’ho portata (…)”

Jacob Marley

6. Scrooge chiede a Jacob Marley una consolazione ma questa è la risposta che riceve indietro

“Non ho consolazione da offrire (…) Quella arriva da altre regioni, Ebenezer Scrooge, ed è impartita da altri ministri a uomini di altro genere. E non posso dirti quello che vorrei. Posso dirti poco di più. Non posso riposare, non posso fermarmi, non posso attardarmi in nessun luogo”.

Jacob Marley

7. Scrooge ricorda a Marley che nella vita era stato un buon uomo d’affari

“Affari! (…) L’umanità era un mio affare. Il benessere comune era un mio affare: carità, pietà, pazienza e benevolenza erano tutti i miei affari. I commerci erano solo una goccia d’acqua nell’oceano dei miei affari”.

Jacob Marley

8. Scrooge si vuole redimere

“I percorsi degli uomini fanno presagire epiloghi inevitabili (…) Ma se ci si allontana da quei percorsi, l’epilogo cambia”

Ebenezer Scrooge

9. Il Fantasma del Presente mostra a Scrooge l’Ignoranza e il Bisogno

“Sono i figli dell’uomo (…) E si aggrappano a me, chiedendo che li salvi dai loro padri. Questo bambino è l’Ignoranza. Questa bambina è il bisogno. Guardati da entrambi, e da tutti quelli della loro stirpe, ma soprattutto guardati da questa bambina, perché sulla sua fronte vedo scritta la condanna, a meno che la parola non venga cancellata. Negalo!”

Fantasma del Natale presente

10. Ebenezer è cambiato, ma alcuni non ne capiscono il valore

“Alcuni risero nel vedere quel cambiamento, ma lui li lasciò ridere, e non ci badò”

Canto di Natale – Charles Dickens
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Canto di Natale
  • Editore: Rizzoli
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Illustrazioni

Le illustrazioni della versione Rizzoli sono a cura di Iacopo Bruno e della World of Dot, studio di grafica e design a Milano. All’interno del libro ci sono oltre 30 illustrazioni a colori, la maggior parte delle quali occupano gran parte della pagina, mentre altre sono più piccole ed hanno semplice funzione decorativa.

Ci tengo a mostrarvi alcune di queste bellissime illustrazioni.

Ebenezer Scrooge nel suo studio - illustrazione di Iacopo Bruno - Canto di Natale - Charles Dickens - Rizzoli
Ebenezer Scrooge nel suo studio
Primo capitolo - Il Fantasma di Marley - illustrazione di Iacopo Bruno - Canto di Natale - Charles Dickens - Rizzoli
Illustrazione del primo capitolo – Il Fantasma di Marley
Ebenezer Scrooge da giovane e la piccola sorella Fanny - illustrazione di Iacopo Bruno - Canto di Natale - Charles Dickens - Rizzoli
Ebenezer Scrooge e la sorellina Fanny
Festa da Fezziwig - illustrazione di Iacopo Bruno - Canto di Natale - Charles Dickens - Rizzoli
Festa di Natale da Fezziwig
Fantasma del Natale futuro - illustrazione di Iacopo Bruno - Canto di Natale - Charles Dickens - Rizzoli
Lo spirito del Natale Futuro

Conclusioni

Spero di avervi aiutato a comprendere lo spessore e la profondità di questo romanzo ed essere stato a mio volta il vostro “piccolo fantasma” che vi ha condotto verso una nuova emozione ed una nuova consapevolezza.

Vi consiglio di leggere anche questi articoli:

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