Cipì di Mario Lodi | Riassunto Breve e per Capitoli

Riassunto Cipì di Mario Lodi - copertina

In questa pagina troverete il riassunto breve e per capitoli di Cipì di Mario Lodi, uno dei libri più letti nelle scuole italiane dai 6-7 anni in poi. Alla fine troverete anche un capitolo con una breve analisi dei personaggi principali. Per approfondire lo studio, vi consiglio di dare un’occhiata anche alla bellissima morale e agli insegnamenti del libro. Buona lettura!

TitoloCipì
AutoreMario Lodi
GenereRomanzo educativo
Prima pubblicazione1972
IllustrazioniSI
Età consigliataDai 6 – 7 anni – Guarda altri libri per 6 anni o 7 anni
Numero di Pagine143
Voto9

Riassunto per Capitoli

Capitolo 1 – Nascita di Cipì

In un paese assolato, sul tetto di un palazzo, la passera Mamì covava tre uova che ben presto si schiusero e diedero alla vita tre passerotti tra cui uno che faceva “cipì” e che per questo venne chiamato proprio così, Cipì. A differenza dei fratellini, lui non voleva dormire e non appena i genitori non erano presenti, uscì a gironzolare sui tetti.

Capitolo 2 – Il Mondo

Fortunatamente, mamma e babbo se ne accorsero e lo riportarono subito nel nido. Cipì riusci però a sfuggire dall’ala della mamma e a causa di un balzo troppo lungo, andò a sbattere con il becco contro il camino, facendosi male. La mamma spiegò così a Cipì che doveva rimanere sempre nella tana e che un giorno, tutti insieme, avrebbero visto la palla di fuoco (il sole), il nastro d’argento (il fiume), e la pianta (l’albero). Con il tempo Cipì crebbe e mise le piume.

Capitolo 3 – Il buco fondo e nero

Un giorno che non c’era la mamma, Cipì salì sul camino, ma proprio in quel momento, la mamma tornò e tutta spaventata gli disse di scendere da lì sopra. Cipì scivolò improvvisamente dentro il buco, finendo dentro l’abitazione. Tre bambini videro il passerotto che si era nascosto sotto la stufa e lo sbalzarono fuori con una scopa. Cipì provò così a volare fuori dalla finestra, che purtroppo però era chiusa. Uno dei bambini riuscì ad afferrare Cipì con una mano.

Capitolo 4 – Prigioniero

I bambini mostrarono Cipì alla mamma, al papà e alla nonna; poi gli legarono una zampetta a un filo per farlo saltellare in giardino. La mamma provava a chiamarlo, ma Cipì non sentiva. Improvvisamente due bambini iniziarono a litigare perché tutti e due volevano tenere il filo che imprigionava l’uccellino. In quel momento Cipì beccò la mano del bambino, che si lasciò scappare il filo. Cipì riusci così a volare dalla mamma e dai suoi fratellini ai quali raccontò la sua storia.

Capitolo 5 – Alla scoperta del mondo

Appena anche gli altri fratellini impararono a volare, la mamma li portò a scoprire il mondo. Si posarono prima su un susino che stava nell’orto, dove videro per la prima volta dei fiorellini bianchi e delle api che facevano un piccolo concerto con il loro ronzare. Poi andarono a vedere il nastro d’argento (il fiume), dove accidentalmente Cipì cadde all’interno, facendosi un bel bagnetto. La mamma ordinò a tutti gli altri fratellini di fare lo stesso.

Capitolo 6 – Margherì

Mentre si pettinava, Cipì sentì una vocina che gli parlava e fece amicizia con Margherì, una bella margherita che viveva in un prato; lei gli spiegò che stava tutto il giorno a guardare la palla di fuoco che camminava nel cielo e a sentire l’acqua che gli raccontava alcune storie di paesi lontani. Poi gli spiegò che ogni tanto era accarezzata da una biscia, un animale che Cipì ancora non conosceva. Margherì chiese a Cipì di andarla a trovare di tanto in tanto e Cipì, accettato l’invito, tornò dalla mamma e dai fratellini. La passerotta spiegò ai suoi piccoli che da quel momento in poi sarebbero dovuti crescere da soli, procurarsi del cibo, trovare l’amore e stare attenti alle minacce del mondo, come all’animale con i baffi (il gatto), l’uomo nella casa, il freddo e la fame.

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Capitolo 7 – Gli artigli

Il giorno seguente, Cipì vide il gatto che dormiva all’ombra di un fico e si avvicinò perché non riusciva a vedere gli artigli di cui gli avevano parlato. Il gatto lo invitò così ad avvicinarsi molto di più e subito dopo lo afferrò con una zampa. Cipì riusci però a liberarsi e volò via dalla sua mamma e dai fratellini che stavano mangiando nella campagna.

Capitolo 8 – La fucilata

Cipì andò dai compagni che stavano beccando dove un uomo aveva appena sparso la semente. Cipì mostro a loro la coda spennata e raccontò di esser stato aggredito dal gatto che faceva finta di dormire. Improvvisamente un uomo con un tubo lucido fra le mani (un fucile) si avvicinò a loro, ma Cipì consigliò di non scappare perché loro erano più veloci di lui. Alcuni volarono via, altri rimasero. L’uomo sparò un colpo e lasciò una passerotta con l’ala spezzata e uccise poi un altro compagno. Cipì portò in salvo la compagna dietro a un cespuglio e provò un forte rimorso per aver provocato la morte del passerotto.

Capitolo 9 – Nel cespuglio

La passerotta con l’ala spezzata disse a Cipì che aveva sete e lui andò verso il fiume per prenderle dell’acqua. In quel momento vide Margherì che lo invitò a guardare le nuvole che correvano nel cielo. Cipì dovette però declinare l’offerta e promise di tornare da lei per raccontarle l’accaduto. Cipì porto l’acqua alla passerotta e poi uscì nuovamente per portarle dei chicchi e dei piccoli insetti. Le promise poi che non l’avrebbe mai abbandonata.

Capitolo 10 – Guarigione

Nei giorni successivi, Cipì continuo a portare cibo e acqua alla passerotta che gli chiese di descrivergli tutto quello che vedeva. Cipì gli racconto così dei prati verdi e della frutta che nasceva. Parlarono poi dei colori della natura che amavano di più, come l’argento del fiume, il giallo dei chicchi, il violetto di alcune piantine e il rosso delle susine. Cipì disse poi alla passerotta che ogni tanto gli sarebbe piaciuto giocare con lei e subito dopo gli propose di fare qualcosa che era ancora più bello di un gioco: un nido. Lei accettò dandogli un bacio sulla testa e sentì una grande felicità nel cuore.

Capitolo 11 – Un posto per il nido

Poco dopo la passerotta guarì e tutti e due passarono delle giornate lunghe e interminabili a giocare e volare insieme; poi iniziarono a pensare dove potevano costruire il nido. Pensarono a farlo vicino al nido, ma l’uomo gli avrebbe portato via i piccoli. Pensarono poi sulla vetta di una pianta che dondola al vento, ma anche quello era un posto poco sicuro. Alla fine pensarono di fare il nido proprio sullo stesso tetto dove era nato Cipì.

Capitolo 12 – La Guerra

Quella sera, un vento arrivò urlando:”Via! Via!”. E subito dopo un altro vento urlò: “Fate largo, passo io!”. I due venti così si scontrarono e Cipì si riparò sotto una tegola. Un nuvolone accese così un grosso fiammifero che illuminò tutto il cielo (un lampo) e iniziò una vera battaglia fra tutte le nuvole. Improvvisamente dal cielo cadde una raffica di proiettili di ghiaccio (grandine) e nonostante il consiglio di Cipì di rimanere riparati, alcuni passerotti impauriti scapparono verso la campagna, rimanendo però uccisi. Solo nel pomeriggio palla di fuoco tornò a risplendere in cielo.

Capitolo 13 – Tre!

Quando il nido fu pronto Passerì depose tre uova che si schiusero in un mattino di settembre. Cipì andò così da Margherì, che trovò morente sulla terra, poiché era stata appena recisa dall’uomo con la scure. Cipì voleva prenderla per portarla a vedere i suoi piccoli, ma lei gli chiese di morire dove aveva passato tutta la vita. Quando il fiorellino spirò, Il cielo si fece nero e il nastro d’argento disse alle rane di tacere. Quando Cipì tornò non sapeva se ridere o piangere e disse a Passerì che la sua amica era morta.

Capitolo 14 – Le visite

Una volta nati i piccoli, tanti passeri arrivarono a farle visita; arrivò Beccodolce, Piumaleggera, Chiccolaggiù ( che riusciva a vedere un chicco di grano da lontano) e ancora Cippicippi, la più anziana del tetto. Quest’ultima raccontò a Cipì che lei aveva messo al mondo una dozzina di passeri, due dei quali erano stati uccisi dall’animale baffuto e altri sei sono partiti senza fare più ritorno. Quando Cipì raccontò questo dettaglio a Passerì, lei lo rincuorò, dicendo che i loro piccoli erano di animo buono e non avrebbero mai abbandonato i loro genitori.

Capitolo 15 – Palla di fuoco sta male

Un giorno arrivò il vento che disse alle rondini che era giunto il momento d’iniziare il loro lungo viaggio. Le foglie diventarono gialle e salutando l’albero che le aveva ospitate per lungo tempo, si staccarono e caddero a terra. Palla di fuoco (il sole) si alzava di malavoglia e sempre più raramente inviava qualche tiepido raggio per riscaldare la terra. Mentre invece il vento diventava sempre più forte e spingeva grandi nuvoloni. La vita dei passeri nel frattempo si era fatta molto dura e tutti cercavano un riparo dentro i camini.

Capitolo 16 – Le farfalle bianche

Dalle nuvole si staccarono così delle farfalline bianche che imbiancarono i giardini, le piante e i prati. I figli di Cipì si divertivano ad acchiapparle, ma gli anziani li ammonirono, dicendo che quando tutto sarebbe diventato bianco non si sarebbero più divertiti. Così accadde e Cipì iniziò a cercare cibo ovunque, senza risultati; e i passeri avevano sempre più fame.

Capitolo 17 – La fame

Beccodolce avvertì tutti i suoi compagni che aveva trovato del grano sotto il porticato della casa dove viveva l’uomo. Infatti sul pavimento c’era una manciata di chicchi dorati posizionati proprio sotto una gabbietta rialzata e attaccata a una cordicella che andava proprio dentro alla tana dell’uomo. Cipì e Passerì avvertirono tutti che era troppo rischioso, ma alcuni passeri, presi dalla fame, decisero di andare a mangiare. Poco dopo, infatti, la corda scattò e la gabbietta imprigionò una dozzina di passerotti che prontamente l’uomo catturò e ammazzò. Tutti capirono che dovevano procurarsi il cibo dove non c’era pericolo.

Capitolo 18 – Nel pollaio

I passeri avevano trovato un pollaio vicino alla casa dell’uomo all’interno del quale c’era probabilmente del cibo. Cipì propose di entrare due per volta, restare solo dieci secondi e poi darsi il cambio. Se l’uomo fosse uscito dalla casa, avrebbero gridato “pericolo!” e chi era dentro sarebbe uscito immediatamente. E così fecero, ma un passerotto, preso dalla fame, non uscì al segnale e fu ucciso dall’uomo.

Capitolo 19 – Bocconi gialli

Aveva ormai smesso di nevicare, ma ogni cosa era coperta di bianco. Chiccolaggiù trovò un altro boccone di cibo, ma ancora una volta Cipì mise tutti in guardia, dicendo che l’uomo non c’era, ma c’erano però le sue impronte e con tutte le probabilità il boccone era una trappola. Uno dei passeri non riuscì però a resistere alla fame e non appena si avvicinò, la molla scatto e restò strozzato. L’uomo uscì subito e raccolse l’uccello morto. Quell’inverno fu molto duro e quasi la metà dei passeri del tetto di Cipì fu ucciso.

Capitolo 20 – Il signore della notte

Un sera Cipì vide due luci accendersi all’interno di un buco nel muro della casa di fronte. Quando lo disse a Passerì, lei le rispose che si trattava del signore della notte, un uccello con un grande becco uncinato che non vola mai e secondo alcuni si ciba dei raggi della Luna. Cipì non si accontentò di quelle poche informazioni e decise che doveva andare a fondo a quel mistero.

Capitolo 21 – Cipì poliziotto

Il giorno dopo Cipì andò a interrogare gli altri uccelli del tetto. Chiese prima a Piumaleggera che gli disse che era il protettore degli infelici e che non faceva male a nessuno. Ma Cipì non era convinto e si chiedeva come mai un animale che non si cibava come gli altre avesse un becco così appuntito. Andò così da Beccodolce che gli raccontò che erano ormai tre giorni che uno dei suoi figlioletti era andato via di casa per conversare con due stelline e non era più tornato. Poi andò a parlare con Chiccolaggiù e gli chiese se conosceva il signore della notte e lui gli rispose che bisognava stare lontani da chi viveva nell’ombra. Infine Cippicippi gli disse che sei dei suoi figli erano partiti sul far della sera per parlare con delle stelline senza fare mai più ritorno. Cipì raccontò a Passerì quello che aveva sentito.

Capitolo 22 – Il Mistero svelato

Quella notte due stelle scesero dal cielo e iniziarono a parlare agli uccellini, invitandoli a uscire dalle loro tane per essere condotti nel paese della felicità senza fine. Passerì fece notare a Cipì che dietro quelle due stelline c’era un’ombra con una grande testa, un becco uncinato e due unghioni. Il figlio di Chiccolaggiù e di Cippicippi spiccarono il volo verso le due stelline e furono afferrati dagli unghioni del signore della notte che spense le luci e sparì nell’ombra. Cipì e Passerì decisero che dovevano fare qualcosa.

Capitolo 23 – Assemblea

Prima che venisse giorno, Cipì andò da Cippicippi che nel frattempo stava cercando il figlio scomparso e diede appuntamento a tutti quanti alle prime ore dell’alba per riunirsi e per spiegare dove andavano a finire i loro figli.

Capitolo 24 – Il racconto di Cipì

Quando Cipì raccontò quello che aveva visto, Chiccolaggiù urlò per la disperazione. Alcuni gli credettero, altri invece pensarono che stesse mentendo e che il signore della notte fosse una brava persona. Sull’albero si scatenò così una grande confusione.

Capitolo 25 – Al castello antico

Cipì e Passerì capirono che per essere creduti avevano bisogno di una prova che incastrasse il mostro. Cipì iniziò così a insegnare ai suoi piccoli le storie vere della sua vita: del buco nero del camino, delle pericolose nuvole in guerra, dell’animale baffuto che finge di dormire, dell’uomo e le sue trappole e delle pericolose stelle che scendevano dal cielo. Li portò poi al castello antico, dove spiegò ai passeri che vivevano in quella zona che il signore della Notte si mangiava i passerotti. Un passero arrabbiato se la prese però con Cipì perché stava infangando il nome di quello che pensava essere il loro protettore. Iniziò così una terribile zuffa dalla quale Cipì ne uscì vincitore.

Capitolo 26 – La promessa del vento

Cipì e Passerì dovevano trovare delle prove che incastrassero il mostro e chiesero aiuto alla Luna, che però disse di essere amica del signore della notte. Chiesero poi al Sole, che però il signore della notte non l’aveva mai visto. Chiesero poi aiuto alle nuvole, che consigliarono di rivolgersi al vento. Questo fu l’unico disponibile a dare il suo aiuto, ma li avvertì che al momento era molto indaffarato e che sarebbe tornato una volta finito il suo lavoro.

Capitolo 27 – La prova

L’inverno finì e le farfalle bianche diventarono acqua, andarono verso il mare e poi tornarono verso il cielo. Come aveva promesso, il vento tornò e fornì a tutti i passerotti una prova inconfutabile di quanto Cipì aveva raccontato. Entrò così dentro la tana del mostro e ne uscì trascinando fuori tutto quello che c’era dentro: polvere, ossa e piume lacerate. Cippicippi riconobbe in quelle piume il vestito del suo piccolo e tutte le madri urlavano disperate. Cipì disse che l’unico modo per cacciarlo era non cadere più nella sua trappola, così preso dalla fame se ne sarebbe dovuto andare. Stabilirono così delle sentinelle e, alla dodicesima notte, il mostro uscì dalla tana, prese il volo e nessuno lo vide mai più.

Capitolo 28 – La libertà

Quelli successivi furono giorni di grande festa. Mamì abbracciò Cipì e gli disse che era il figlio più buono e caro tra tutti quanti. Cipì e Passerì ebbero tanti figli ai quali spiegarono tante cose della vita, tra cui come essere onesti, buoni, cauti e coraggiosi.

Riassunto Breve

Sul tetto di un palazzo una passera covava tre uova e una di queste tre uova diede alla luce il piccolo Cipì, un passerotto vispo e curioso, che si allontanava spesso dal nido senza il permesso della mamma per andare a esplorare il mondo.

Un giorno cadde accidentalmente nel camino di una casa e fu fatto prigioniero da tre bambini che volevano giocare con lui. Fortunatamente riuscì a scappare e tornare dalla sua mamma.

Quando tutti e tre i passeri si fecero più grandi e misero le piume, la mamma (Mamì) mostrò loro le bellezze del mondo, come il nastro d’argento (il fiume), la palla di fuoco (il sole), la pianta (l’albero). Tra i prati Cipì strinse anche amicizia con Margherì, una margherita che gli raccontò le sue interminabili giornate nella natura.

Cipì fece tante esperienze e rischiò più volte la vita, come quando fu afferrato dall’animale baffuto (un gatto) che fingeva di dormire. Un’ altra volta, mentre beccava i semini della semente, rischiò di essere ucciso da un uomo con il fucile. In quella stessa occasione la sua compagna Passerì fu ferita a un’ala e lui la aiutò a sopravvivere portandole cibo e acqua per più giorni.

I due diventarono compagni inseparabili, costruirono un nido e diedero al mondo tre passerotti.

Improvvisamente venne poi l’inverno e tutto si ricoprì di farfalline bianche che scendevano dal cielo. Fu un inverno rigido e difficile e molti passerotti non riuscirono a sopravvivere. Alcuni furono uccisi dal freddo e dalla grandine, altri invece caddero nelle trappole dell’uomo che se voleva mangiare.

Un giorno Cipì vide due luci gialle che scendevano dal cielo come stelline e Passerì gli spiegò che erano gli occhi di un uccello con il becco uncinato che veniva da molto tempo chiamato il signore della notte. Intanto molti passerotti del tetto iniziarono a sparire provocando la disperazione delle loro mamme.

Cipì scoprì che l’uccello li attirava con false parole e cercò di convincere tutti che quel signore della notte era in verità un mostro; era necessario trovare le prove della sua colpevolezza e trovare una soluzione.

Cipì chiese consiglio alla Luna, al Sole e al Vento, ma solo quest’ultimo accettò di aiutarli. Infatti, quando venne la primavera, il Vento entrò nella tana del mostro e uscendo fuori si portò con se le ossa e le piume dei piccoli passerotti, provando che erano stati mangiati dal signore della notte.

Cipì e gli altri passeri del tetto si impegnarono a fare in modo che nessun passerotto cadesse più nelle grinfie del mostro, il quale, dopo dodici giorni di digiuno, dovette abbandonare la tana e volare via.

Tutti fecero festa e Cipì spiegò ai suoi figlioletti tutte le lezioni che aveva imparato nella vita.

Personaggi Principali

PersonaggioDescrizione
1CipìE ‘il passerotto protagonista della storia; da piccolo era vispo, curioso ed incauto, ma crescendo ha imparato a riconoscere i pericoli e sopravvivere alle difficoltà, rimanendo buono, onesto e saggio.
2PasserìE’ la compagna di vita di Cipì, con il quale ha dato vita a tre passerotti. Anche lei è saggia e buona ed è la prima a capire che il signore della notte non era quello che diceva di essere.
3MamìE’ la mamma di Cipì che fa di tutto per metterlo in salvo ogni volta che si caccia nei guai. E’ buona, paziente e molto comprensiva. E’ fiera di come sia cresciuto il figlioletto.
4MargherìE’ una margherita con cui Cipì fa amicizia. Muore falciata dalla scure di un uomo proprio nel giorno in cui vengono al mondo i figli di Cipì.
5ChiccolaggiùE’ una passera conosciuta per la sua vista acuta e la grande capacità di individuare dei chicchi di grano da lontano. Nel racconto il suo figlioletto viene divorato dal signore della notte.
6CippicippiE’ la passera più saggia e anziana del gruppo
7Il signore della notteIl signore della notte è un gufo che si nasconde dentro un buco nel muro e attira i piccoli passerotti con false parole per poi divorarli. Molti passeri sono convinti che sia saggio, buono e che li protegga. Nel racconto rappresenta le tentazioni della vita.

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