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L’Accademia del Bene e del Male | Trama e Recensione Libro

L'accademia del bene e del male - copertina del libro - recensione

Se avete sentito parlare del libro “L’ Accademia del Bene e del Male” di Soman Chainani, ma non sapete se vale davvero la pena leggerlo, siete atterrati decisamente sulla pagina giusta! Qui condividerò con voi le mie impressioni su questo libro fantasy che ha ottenuto tanto successo a livello mondiale. Buona lettura!

Scheda Editoriale

TitoloL’accademia del Bene e del Male
Titolo OriginaleThe School for Good and Evil
AutoreSoman Chainani
GenereFantasy
Prima pubblicazioneFebbraio 2015
IllustrazioniSI (guardale)
Età consigliataDagli 11 ai 13-14
Numero di Pagine501
Prezzo su Amazon (aggiornato)17,10 EUR – Guarda su Amazon
Voto7+

Recensione in Breve

L’accademia del bene e del male è un fantasy fiabesco che riesce a intrattenere bene i giovani ragazzi dagli 11 ai 13 anni. Risente però di alcune piccole superficialità narrative e di un linguaggio poco ricercato. In più non offre un insegnamento e una morale chiara e coraggiosa. Il mio voto è 7+ e lo consiglierei a qualsiasi giovane con tanta voglia d’intrattenersi con una lettura fantastica.

Pro

  • Storia interessante e avvincente
  • Ricco di personaggi fantastici
  • Perfetto per la fascia d’eta a cui si rivolge
  • Facile da leggere

Contro

  • Alcune superficialità narrative
  • Linguaggio poco ricercato
  • Non ha un insegnamento o una morale chiara

Recensione Approfondita

Prima di esprimere qualsiasi opinione su questo libro, è necessario partire da un dato di fatto: la serie di libri “L’accademia del Bene e del Male” è entrata nella lista dei Best-Seller del New York Times, ha venduto in tutto 3,5 milioni di copie, è stata tradotta in 32 lingue nei 6 continenti e ne è stata fatta una trasposizione cinematografica pubblicata su Netflix dal 19 ottobre 2022. Insomma, qualcosa di buono in questo libro ci deve pur essere!

Incuriosito da tutto questo clamore, ho scelto di leggere il primo volume (e solo il primo per il momento) per capire cosa potesse offrire ai nostri bambini e ai nostri ragazzi.

La Trama in breve…

Come forse saprete, la storia narra di due amiche, Sophie e Agatha, che vengono rapite dal paese in cui vivono (Gavaldon) e portate nell’Accademia del Bene e del Male, dove vengono formati e istruiti i futuri eroi e cattivi delle fiabe. Inaspettatamente, però, le due ragazze vengono lasciate in quella che sembra essere la scuola sbagliata: Sophie, che aveva sempre sognato di essere una principessa, va a finire nella scuola del Male, mentre invece Agatha, che si sentiva molto più una streghetta solitaria, va a finire nella scuola del Bene.

Illustrazione del libro L'accademia del bene e del male - Agatha davanti allo specchio
Agatha davanti allo specchio

Un’idea vincente!

Già leggendo la trama, ci rendiamo conto di trovarci di fronte a quello che tecnicamente viene chiamato un “high-concept“, cioè un’idea tanto semplice quanto forte e vincente, in grado di conquistare un’ampia fetta di pubblico, possibilmente su più supporti diversi (dal romanzo, al cinema, dal teatro al Merchandising).

E le aspettative generate da questo interessante “soggetto” vengono subito soddisfatte nelle prime pagine del libro, in cui conosciamo Sophie, l’aspirante principessa, e l’amica Agatha, che solitaria e imbronciata vive con il suo gatto Killer all’interno di un cimitero. Per non parlare delle descrizioni di questo piccolo paese chiamato Gavaldon, che con il suo misterioso passato può regalare ai ragazzi qualche “piccolo brivido”.

Tanta Fantasia e Personaggi fantastici…

Da quando poi le ragazze vengono catapultate nelle rispettive scuole, assistiamo a una vera e propria esplosione di personaggi e situazioni fantastiche, che per quanto non brillino in originalità, riescono comunque a incuriosire e mantenere davvero bene l’attenzione dei lettori.

Ma non particolarmente originali…

Quando parlo di “poca originalità” non voglio dire che il racconto sia noioso, ma che forse manchi di idee “sorprendenti” e almeno apparentemente inedite.

Voleva ripetere il successo di Harry Potter?

Specialmente all’inizio della fiaba, quando ancora non siamo totalmente immersi nel mondo della Selva Infinita, facciamo un po’ difficoltà a non immaginare lo scrittore che si scervelli per ripetere il successo della saga di Harry Potter: la scuola, gli studenti, i professori, la magia, cose che hanno nomi strani (come il Raccontastorie – rigorosamente tutto attaccato) e mezzi di trasporto magici; sono tutti elementi che sembrano essere fortemente ispirati dal mondo creato da J.K Rowling; con risultati leggermente meno esaltanti.

I Personaggi…

I personaggi del libro sono decisamente adatti a una lettura pensata per giovani ragazzi che non superino possibilmente i 13-14 anni d’età. Anche in questo caso, Chainani ha messo insieme tanti cliché già visti e rivisti. Basti pensare a Dot, la streghetta cicciottella dai modi gentili, che ha sempre in mano un pezzo di cioccolata da mangiucchiare. Impossibile, in questo caso, non pensare alla strega Mary del film Hocus Pocus del 1993. Il problema è che questo pezzo di cioccolata sembra essergli messo tra le mani davvero a forza, cosa che diventa ancora più palese nella trasposizione cinematografica di Netflix, in cui il personaggio perde proprio ogni ragione di esistere.

Qualcuno potrebbe obiettare che, quando si racconta una storia, è più che normale fare utilizzo di quelli che vengono definiti gli archetipi umani, che inevitabilmente sono sempre gli stessi. Credo però che quando si richiami un archetipo umano sia anche necessario e doveroso da parte di uno scrittore rievocare l’energia e la forza che lo porta in vita e lo spinge ad agire.

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Le protagoniste…credibili?

La relazione immaginata fra queste due ragazze (una dall’anima apparentemente fiabesca e l’altra dall’anima gotica) è forse il punto di maggiore originalità della storia.

Credo però che un lettore attento (e con qualche anno in più) potrebbe accorgersi che le due protagoniste e la loro relazione di amicizia non siano del tutto credibili.

Senza fare troppo “spoil”, mi limiterò a dire che l’amicizia descritta fra le amiche all’inizio del libro, non può in alcun modo giustificare tutti gli sforzi e tutti i rischi presi da Agatha per salvare Sophie, che durante l’intero libro sembra non mostrare mai un sincero interesse per lei. Qualcuno mi ha suggerito che è proprio questo aspetto che renderebbe ancora più palese quanto Agatha sia davvero un’anima buona (della serie “porgi l’altra guancia”); ma continuo a pensare che la storia avrebbe avuto bisogno di un legame più profondo e un incastro più forte per far desiderare ai lettori che le amiche non si separassero mai.

Nonostante questa mancanza, che forse potrebbe pesare a un lettore maturo, ribadisco che le due protagoniste e le vicende a loro legate, possono incuriosire l’attenzione dei giovani lettori.

Il Linguaggio

Il linguaggio è a mio avviso la vera nota dolente del libro: poco raffinato e poco pensato, forse con qualche piccolo errore di sintassi. Durante la lettura, non di rado, mi sono chiesto se la scarsa qualità della prosa potesse essere additata a una traduzione fatta in modo frettoloso, con l’obiettivo di portare quanto prima un successo assicurato fra gli scaffali della libreria.

E per farvi capire cosa intendo, vi faccio l’esempio di una delle tante espressioni quanto meno cacofoniche che appaiono all’interno del libro “…la professoressa arò le unghie sulla lavagna” (perdonatemi se la frase non è identica a quella del libro, ma quello che ci interessa qui è il verbo scelto).

Non vorrei sembrare troppo pedante, ma nonostante il verbo “arare” potrebbe sicuramente esprimere bene il concetto di passare le unghie su una superficie, la terza persona singolare del passato remoto (arò), anche a causa della sua brevità, risulta davvero sgradevole da leggere, a mio avviso, e non porta a termine lo scopo per cui è stata stampata sulla carta: dare emozioni.

Sarebbe necessario leggere la versione in lingua originale per capire meglio dove sia potuto nascere il problema.

Per Concludere…

Come avete capito, credo che “L’Accademia del Bene e del Male” sia un fantasy in grado di appassionare i giovani ragazzi e merita di essere regalato per un compleanno o per Natale. È altrettanto vero però che nel libro si possono rintracciare alcune superficialità di tipo narrativo, stilistico e formale, che non lo portano ai livelli dei grandi classici fantasy, come ad esempio La storia infinita di Michael Ende (guarda recensione), al quale per alcuni aspetti sembra ispirarsi.

Per i motivi sopra elencati, il mio voto per questo libro è un 7+ e ne consiglio la lettura ai i ragazzi dagli 11 ai 13-14 anni.

Illustrazioni

Nel libro sono presenti circa 30 illustrazioni in bianco e nero, quasi tutte in corrispondenza della prima pagina di ogni capitolo. Qui sotto ne potete vedere alcune:

Illustrazione del libro L'accademia del bene e del male - la casa di Agatha nel cimitero
La casa nel cimitero di Agatha
Illustrazione del libro L'accademia del bene e del male - Deauville - Bottega delle fiabe -
Deauville – Bottega delle fiabe
Illustrazione del libro L'accademia del bene e del male - Gnomo Yuba
Lo Gnomo Yuba

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