Titolo | Il Piccolo Principe |
Regia | Mark Osborne |
Anno | 2015 |
Durata | 108 minuti |
Genere | Animazione, Avventura, Fantastico |
Musica | Richard Harvey, Hans Zimmer |
Età consigliata | Dai 5-6 anni in su |
È consigliato? | SI |
Recensione
Essendo un amante delle recensioni che vanno dritte al punto, vi dirò subito che se state cercando un bel film da regalare ad un bambino o da vedere insieme a tutta la famiglia, Il Piccolo Principe è un titolo che non vi deluderà.
Il film è infatti facile e piacevole da seguire anche da coloro che non hanno mai letto il libro; se però siete anche voi tra questi, vi consiglio vivamente di leggere il mio articolo, in cui elenco i 10 motivi per leggere il Piccolo Principe!
Ma torniamo alla nostra recensione!
Il film in animazione di Mark Osborne, si propone come sequel del racconto di Antoine De Saint-Exupéry, quando ormai l’aviatore è diventato un uomo anziano e vuole rivivere le emozioni del racconto, raccontandole ad una bambina di 6 anni.
Ma Il Piccolo Principe, oltre ad essere il tipico blockbuster americano (anche se di produzione francese) ricco di azione ed avventura, nasconde al suo interno qualcosa di più grande valore che nel 2016 gli ha permesso di accaparrarsi il prestigioso Premio Cesar e la candidatura ad altri riconoscimenti come l’Annie Award e il Visual Effect Society.
Infatti, durante questo divertente (ma non incredibilmente brillante) film realizzato in CGI (animazione computerizzata), si inserisce in maniera frammentata la storia originale del Piccolo Principe, realizzata invece con la tecnica dello Stop Motion o, come viene chiamata in Italiano, del passo uno. Potete farvi un’ idea di che cosa si tratti guardando la clip qui sotto.
Non più personaggi virtuali, dunque, ma manichini realizzati in cartapesta, ai quali viene donata la vita grazie alla maestria di un team di animatori professionisti.
Appaiono così, davanti ai nostri occhi, i celebri personaggi di Saint-Exupéry, che con il loro aspetto volutamente grezzo, sembrano emergere fisicamente dalla carta del libro, regalando un’atmosfera incredibilmente poetica e coerente con l’anima del romanzo originale. Questa immagine del Piccolo Principe che annusa la sua rosa è un perfetto esempio.
Questa scelta stilistica è stata una condizione posta da Mark Osborne nel momento in cui si è trovato ad accettare la realizzazione del film; l’unica scelta che avrebbe consentito di mantenere intatta la poesia del romanzo di Antoine. In più, tutte le scene in stop motion, sono state realizzate con la direzione di Jamie Caliri, un regista americano specializzato in animazioni con la carta; probabilmente l’avrete conosciuto grazie ai titoli di coda del film “Lemony Snicket: Una serie di Sfortunati Eventi” (2004).
Le bellissime immagini di Caliri, vengono completate dall’incantevole colonna sonora composta da Hanz Zimmer, che forse ricorderete per le musiche di altri grandi film di animazione, come “Il Re Leone (1994)”, “Madacascar” (2005) e “Kung Fu Panda” (2008).
Morale e Significato
Il film di Mark Osborne non fa altro che riportare all’attenzione del pubblico lo stesso messaggio che il Piccolo Principe aveva già offerto nella prima metà del ‘900, ma con un linguaggio più popolare ed accessibile. Dunque il suo obiettivo non è solo quello di intrattenere i bambini, ma anche di fornire uno dei più preziosi insegnamenti che la letteratura ci abbia regalato fino ad oggi:
Questo messaggio non è altro che è un invito ad uscire dal nostro piccolo mondo dominato dall’ego e cercare di guardare ciò che ci circonda con il cuore, per scoprire che l’essenziale è invisibile agli occhi.
La mamma della bambina, in questo tentativo, ha senza dubbio un ruolo chiave.
Con la sua mania di organizzare ogni cosa in modo ossessivo, infatti, si trasforma in uno dei personaggi del libro, diventando metafora dell’egocentrismo umano.
La metafora, già chiara sin dall’inizio, viene resa visibilmente esplicita, con una clip realizzata in stop motion, in cui la donna si trova su un piccolo pianeta e organizza le attività quotidiane della bambina, come se fossero pedine su una scacchiera (guarda immagine).
Ma sono molti altri i messaggi di questo film, come, ad esempio, l’importanza di non perdere la propria parte “bambina”, quel famoso “fanciullino” di Pascoli.
Insomma, questo film, con i suoi messaggi, è senza dubbio un bel regalo di natale o di compleanno per i bambini di 6 anni in su.
I personaggi – Tra Poesia e Follia
Bisogna fare innanzitutto una distinzione fra i personaggi del sequel e quelli del racconto originale. Quelli inventati da Irena Brignull, Bob Persichetti (gli sceneggiatori del film) sono la bambina, la mamma, l’ormai anziano aviatore e il peluche della volpe.
Questi personaggi, a mio avviso, non hanno personalità o tratti che li rendano particolarmente memorabili, ma riescono comunque a “servire” la storia e a fare in modo che i contenuti più profondi del Piccolo Principe possano arrivare agli occhi e alle orecchie dei bambini che hanno o non hanno mai letto il libro.
Bisogna invece riconoscere i tratti del capolavoro, quando si guarda ai personaggi in cartapesta, realizzati per raccontare la storia originale.
Iniziamo, chiaramente, proprio dal piccolo principe: chi ha letto ed apprezzato il libro, avrà la sensazione di vederlo risorgere dallo stato di morte apparente che lo aveva colto nel XXI capitolo del libro dopo il morso del serpente.
Il volto in cartapesta del personaggio è tanto stilizzato quanto fortemente espressivo ed è incredibile come Jamie Caliri, sia stato in grado ricreare le sue espressioni dolci, interrogative ed ingenue, che vengono descritte nel libro.
L’unico appunto che ci tengo a fare su questo personaggio è il fatto che Mark Osborne, abbia deciso di rappresentarlo sempre con lo stesso outfit durante tutto il film, mentre negli acquerelli originali ne appaiono 3 diversi.
Se avete visto il film in live action del 1974, saprete che il regista Stanley Donen aveva invece fatto la scelta inversa, prediligendo per quasi tutto il racconto il vestito da principe, con mantello e sciabola.
Parliamo ora di come siano stati realizzati gli abitanti dei pianeti che il Piccolo Principe si ritrova a visitare durante il suo viaggio verso la terra.
Credo che questa parte del film sia in assoluto la più divertente e che il suo spessore arrivi ad un punto tale da sfiorare l’eccessivo contrasto con quella realizzata in animazione.
I personaggi che Osborne ha deciso di portare sullo schermo sono il re, il vanitoso e l’uomo d’affari ed ha invece deciso di tralasciare l’ubriacone, il lampionaio ed il geografo. Un vero peccato, a mio avviso.
I personaggi sono tutti molto simile a come li aveva dipinti Antoine, ma alcuni tratti ed alcune battute sono state cambiate, probabilmente per renderli più appetibili per un pubblico di bambini.
Ma vale la pena spendere qualche parola in più per il vanitoso, un personaggio già incredibilmente divertente nel romanzo, ma che è stato reso ancora più esilarante nel film.
Questo personaggio non può fare altro che richiede adulazioni continue e vede ogni persona come un possibile adulatore. Il tutto si traduce in un esilarante tic nervoso, in cui l’uomo non smette di togliersi il cappello e ringraziare chiunque batta le mani.
Nella versione italiana è stato doppiato da Alessandro Siani, con una performance che, a mio avviso, è inferiore rispetto a quella di Ricky Gervais, il doppiatore originale. Guardate il video per godervi una delle scene più divertenti del film.
Non c’è dubbio che anche la volpe in cartapesta, nonostante non sia dotata di espressioni facciali, sia uno dei personaggi meglio riusciti del film; e anche se mi duole dirlo, il risultato finale è senza dubbio superiore e più emozionante rispetto alla performance di Gene Wilder, nel film del 1974.
Il suo corpicino esile e la coda che ricorda una sciarpa al vento, trasmettono tutta la poesia del personaggio e sono all’altezza del ruolo cardine che riveste.
Colonna Sonora
Come dicevamo più sopra, la colonna sonora del film è stata composta da Hanz Zimmer e da Richard Harvey. Il primo lo ricorderete per le bellissime musiche di “Pirati dei Caraibi”, “Spider – Man” , “Il Cavaliere Oscuro” e tantissimi altri capolavori. Il secondo, invece, ha lavorato come musicista e compositore di tanti altri film per la televisione e cinema come Martian Chronicles (1980), Il Re Leone (1994), Nemico Pubblico (1998) ed Harry Potter ed il Prigioniero di Azkaban (2004).
La colonna sonora commenta ed impreziosisce di molto il film, ma non è una di quelle con un tema ricorrente così forte ed incisivo che possano essere ascoltate come brani indipendenti dal film e dunque ricordate nel tempo.
Bisogna riconoscere, però, che è possibile identificare alcuni elementi originali che rendono la colonna sonora inconfondibile. Parlo delle parti realizzate in collaborazione con Camille Dalmais (in arte solo Camille), una cantautrice francese, che ha partecipato anche alla colonna sonora del film in animazione della Pixar “Ratatouille” (2007).
Ed infatti il brano di Camille “Suis-moi“, ricorda incredibilmente la colonna sonora di questo film ed è così intrisa di “Francité” che ricorda molto anche la colonna sonora di “Midnight in Paris” di Woody Allen (2011).
Se siete alla ricerca di brani che valga la pena sentire mentre fate le pulizia o vi spostate per andare a lavoro, vi consiglio quello di apertura “Preparation“, e “Recovery“, ricca di ritmo e personalità.
Doppiatori Italiani
Personaggio | Doppiatore Italiano | Doppiatore Originale |
---|---|---|
Piccolo Principe | Lorenzo D’Agata | Riley Osborne |
la mamma | Paola Cortellesi | Rachel McAdams |
la rosa | Micaela Ramazzotti | Marion Cotillard |
Bambina | Vittoria Bartolomei | Mackenzie Foy |
la volpe | Stefano Accorsi | James Franco |
l’aviatore | Toni Servillo | Jeff Bridges |
il serpente | Alessandro Gassmann | Benicio del Toro |
il vanitoso | Alessandro Siani | Ricky Gervais |
l’uomo d’affari | Giuseppe Battiston | Albert Brooks |
il Re | Pif | Bud Cort |
il signor Principe | Angelo Pintus | Paul Rudd |
l’insegnante | Carlo Valli | Paul Giamatti |
Premetto che prima di vedere il film italiano ho guardato quello in lingua originale e spero che questa scelta non abbia influenzato il mio giudizio finale sulla performance di ciascun attore italiano.
Quello che posso dire è che alcuni doppiatori, a mio avviso, siano riusciti a dare vita ai loro personaggi meglio di altri. Ad esempio, molto buona la performance di Paola Cortellesi, che sin dai suoi esordi a Mai Dire Gol (Italia 1), è sempre stata molto brava a dipingere personaggi paradossali, rigidi e nel loro mondo.
Niente male anche il doppiaggio di Toni Servillo, che con la sua voce calda ed il suo carisma è riuscito a rendere giustizia al personaggio dell’aviatore.
Ho trovato invece meno convincente la performance di Stefano Accorsi che aveva il compito di far vibrare come una cassa di risonanza le celebri parole della volpe: “Non si vede che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Trama
Una bambina con una mamma molto esigente e con la mania del controllo, deve sostenere un esame presso la Werth Accademy, una scuola molto prestigiosa alla quale è difficile accedervi. Tutto è stato preparato nel dettaglio, ma, al momento dell’esame, la bambina si fa prendere dall’emozione e non risponde correttamente all’ultima domanda posta dalla giuria, non riuscendo così a superare l’esame.
La mamma, non potendo sopportare un fallimento del genere, decide di trasferirsi nella città dove è presente la scuola e organizza per la bambina un piano di studi incredibilmente rigido e pensato in ogni dettaglio. Tutto sembra essere perfetto, tranne il fatto che la casa che hanno preso in affitto è situata accanto ad una curiosa abitazione che non sembra rientrare nei rigidi canoni della mamma.
Un giorno, la bambina si trova da sola nell’abitazione, quando una gigante elica di un biplano sfonda il muro della casa. L’elica proviene dalla casa dal bizzarro vicino, che nel tentativo di scusarsi per il danno, invia alla bambina una lettera, contenente l’inizio del racconto del Piccolo Principe.
La bambina rimane colpita da quelle prime parole e passando per il foro creato dall’elica, si introduce nel giardino dell’uomo che nel frattempo sta aggiustando il suo biplano.
I due fanno amicizia e la bambina viene invitata nell’abitazione dell’uomo, dove trova il peluche di una volpe che decide di prendere con sé, diventando la sua piccola mascotte.
Da quel momento in poi, l’aviatore inizia a raccontare alla bimba la storia del piccolo principe, un racconto che cattura così tanto la sua attenzione da distrarla da suoi studi.
Durante uno dei loro incontri, l’aviatore racconta alla bambina il finale della storia, rivelando che il Piccolo Principe, per tornare sul suo pianeta, si farà mordere dal serpente. La bambina però non ama questo finale e se la prende con l’aviatore per la scelta che ritiene crudele.
Dopo alcuni giorni l’aviatore si ammala e viene ricoverato in ospedale; la bambina, per fargli una sorpresa, decide di andare alla ricerca del Piccolo Principe. Entra così nel giardino dell’aviatore e cerca di far partire il suo biplano che magicamente si mette in moto e si dirige verso un mondo incantato.
Su questo pianeta, abitato soltanto da adulti che hanno ormai dimenticato cosa vuol dire essere bambini, vive anche il Piccolo Principe, che lavora come addetto alle pulizie per l’azienda dell’uomo d’affari, uno dei personaggi del racconto di De Saint-Exupéry.
La bambina, dopo una serie di peripezie, riesce a convincere il Piccolo Principe ad abbandonare il suo lavoro ed insieme distruggono una gigante cupola di vetro, in cui l’uomo d’affari conteneva le stelle dell’universo.
La bambina riporta il Piccolo Principe sull‘asterodie B 612, dove può tornare a guardare i suoi 44 tramonti.
La bambina torna a casa approfittando della migrazione di alcuni uccelli selvatici, aggrappandosi a loro come se fossero stati un ciuffo di palloncini.
Il giorno seguente, la bambina va a trovare il vecchio aviatore all’ospedale portando con se una sorpresa: i fogli del suo racconto, da lei rilegati in un unico prezioso libro.
Il film si chiude quando mamma e figlia, sul tetto della loro casa, si dilettano ad ammirare con un telescopio il cielo notturno. Quando la bambina guarda il cielo, le sembra di sentire le risate del Piccolo Principe e dell’aviatore, che si sono ormai ricongiunti tra le stelle dell’universo.
Regali e Gadget
Come accade per tutti i più grandi successi, è possibile trovare online tante idee regalo e gadget per gli appassionati del piccolo principe: tazze, portachiavi, cuscini, ciondoli, pupazzetti, statuine ed addirittura costumi di carnevale come questo.
Non parliamo solo di gadget dunque, ma anche di gioielli, perfetti come regalo di San Valentino, o adesivi per il muro, un’idea regalo per bambini di 3 anni e 4 anni.
Se vi piace l’idea, vi consiglio di dare un’occhiata al nostro articolo in cui mostriamo 40 idee regalo a tema Piccolo Principe davvero originali. Non dimenticate però di avere a casa almeno una copia del libro (questa è la migliore) per poterla leggere ai vostri bambini sotto una tenda, prima di andare a dormire.
Conclusioni
Spero di avermi aiutato a farvi una idea su ciò che propone il film di Mark Osborne. Per ulteriori informazioni e richieste, mi potete contattare per mezzo della pagina contatti. Non dimenticate di guardare con gli occhi del cuore.