Elfo sulla Mensola | Storia e Tradizione del Fenomeno Globale
Se volete scoprire davvero tutto sulla tradizione e la storia dell’Elfo sulla Mensola, siete atterrati senza dubbio sulla pagina giusta! In questo articolo vi spiegherò nel dettaglio come nasce questa usanza e come si è trasformata nel tempo.
Se invece siete già preparati sull’argomento e siete solo alla ricerca d’idee geniali per il prossimo Natale, vi consiglio di dare un’occhiata all’articolo dedicato alle idee e agli scherzetti da fare!
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Buona lettura e buon divertimento!
Come Funziona
Come vedremo nei capitoli successivi, la tradizione dell’elfo sulla mensola è nata in America negli anni ’70, ma si è diffusa maggiormente e in tutto il mondo solo dopo l’uscita nel 2005 del libro scritto da Carol Aebersold e la figlia Chanda Bell, intitolato appunto Elf on the Shelf.
1. Apparizione dell’Elfo in Casa
Questa tradizione prevede di posizionare un elfo natalizio su una mensola di casa dal quarto giovedì di dicembre (giorno del ringraziamento in America) fino al 24 dicembre. In Italia si tende però a iniziare questo gioco il giorno dell’immacolata (8 dicembre), una festività che per gli italiani ha ovviamente più significato.
2. Quale Elfo scegliere
In genere non si è liberi di scegliere un qualsiasi elfo, ma bisogna scegliere quello che rispetta l’iconografia promossa dalla tradizione: un elfo vestito di rosso, con un cappellino a punta e seduto e con le ginocchia al petto.
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3. Il Compito dell’Elfo
Durante questo periodo, i genitori raccontano ai bambini che il piccolo “elfo esploratore” (Elf Scout, in inglese) ha il compito di controllare come si comporteranno fino a Natale, per poi riferire tutto a Babbo Natale, che di conseguenza sceglierà la quantità e la tipologia dei regali che riceveranno.
4. La Porticina Magica
L’elfo appare per la prima volta in casa passando attraverso una porticina magica che connette il mondo degli umani direttamente con la casa di Babbo Natale nel Polo Nord; solitamente si usa una porticina che ricorda quelle delle casette in cui vivono le fatine dei boschi.
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5. La Letterina
Con la sua prima apparizione l’elfo porta con se anche una letterina in cui spiega chi è, da dove viene e qual è il suo compito. Il contenuto della lettera è molto importante e bisogna scriverlo con grande attenzione per evitare che questo personaggio appaia come una figura autoritaria e minacciosa che possa in qualche modo intimorire i bambini. Secondo un’altra usanza, insieme all’elfo appare invece un certificato di adozione. Se vi può interessare, date un’occhiata a queste letterine dell’elfo da stampare gratis, oppure a questo certificato di adozione, sempre da stampare.
6. Le Regole
L’unica regola che dovranno seguire i bambini è che l’elfo non può essere mai e per nessun motivo toccato; in caso contrario, perderà i suoi poteri magici e sparirà per sempre dalla casa. I bambini possono però dare un nome all’elfo.
7. Gli Scherzetti e i Pasticci dell’Elfo
Durante il giorno, l’elfo non si muove mai e, un po’ come i giocattoli di Toy Story, sembra proprio senza vita. Durante la notte però, come per magia, si sveglia dal suo stato di “sonno apparente” e passando per la porticina magica, va a riferire a Babbo Natale tutto quello che è successo durante la giornata.
Durante la sua veglia l’elfo combina però dei piccoli guai e in alcuni casi organizza proprio dei piccoli scherzetti. Quando i bambini si svegliano si accorgono così che l’elfo non è più nella stessa posizione o nello stesso punto di prima e trovano le tracce della sua vita notturna: latte rovesciato, decorazioni dell’albero di natale rotte un, pacchetto di popcorn aperto con telecomando vicino, ecc. Se vi può interessare, guardate 40 idee e scherzetti da fare con l’elfo!
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Le Origini
1. La nascita in America
La tradizione dell’elfo sulla mensola iniziò negli anni ’70 in America (Georgia), quando si diffuse l’usanza di far apparire un elfo in casa subito dopo il giorno del ringraziamento (quarto giovedì di Novembre) fino alla vigilia di Natale.
I genitori raccontavano ai bambini che l’Elfo era stato inviato direttamente da Babbo Natale dal Polo Nord per controllare come si sarebbero comportati. La tradizione ebbe un modesto successo, ma rimase nei confini di alcune zone dell’America dell’est per molto tempo.
2. L’uscita del libro
La grande svolta ci fu solo nel 2005, quando Carol Aebersold e la figlia Chanda Bell pubblicarono il libro per bambini “The Elf on The Shelf; A Christmas Tradition“, illustrato da Coë Steinwart.
Da quel momento la tradizione dell’elfo sulla mensola iniziò a diffondersi su vasta scala, arrivando in Inghilterra e in molte altre parti del mondo nel 2013. Scorpi di più sul libro.
3. Arrivo in Italia
Stando ai dati di Google Trends, il grande interesse per questa tradizione nel nostro paese si è iniziata a sviluppare nel 2017, ma ha avuto una grande crescita soltanto nel 2020; uno dei fattori che possono aver inciso su questa crescita massiva e improvvisa può esser stata la seconda ondata del Coronavirus (8 ottobre – 5 novembre 2020) e la conseguente necessità di trovare molti altri modi originali per intrattenere i bambini in casa.
C’è da dire però che l’interesse per il libro è iniziato molto prima: nel 2009, infatti, appaiono le prime ricerche su Google, che nel 2019 raggiungeranno solo il 50% di quelle attuali; leggendo le statistiche si può evincere che il fenomeno è destinato a crescere esponenzialmente di anno in anno.
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Il Libro
Il Libro “Elf on the Shelf” fu pubblicato per la prima volta nel 2005 da Carol Aebersold e le figlie Chanda Bell e Christa Pitts. Le illustrazioni sono di Coë Steinwart.
La storia contenuta nel libro è scritta in rima e racconta di come Babbo Natale sia a conoscenza di tutto ciò che fanno i bambini, grazie a un Elfo che dal giorno del ringraziamento fino alla vigilia di Natale entra nelle loro case per mezzo di una porticina magica. Finito questo periodo, l’elfo torna al Polo Nord fino alla stagione seguente.
Il libro viene venduto dentro una scatolina ricordo che include un elfo esploratore (Elf scout, in inglese) con un vestito rosso, un cappellino a punta e seduto con le ginocchia al petto. La testa è realizzata in plastica rigida, mentre il corpo è invece di pezza.
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1. Com’è nata l’idea
Secondo un’intervista rilasciata dalle sorelle (gemelle) Chanda Bell and Christa Pitts all’Huffingtonpost, l’idea di scrivere la storia è nata proprio da una tradizione di famiglia. Anche loro, infatti, quando erano piccole, avevano un elfo chiamato Fisbee che appariva in casa nel periodo natalizio. Questo simpatico pupazzetto era già in possesso della madre Aebersold quando era piccola, ma veniva utilizzato come semplice ornamento. Essendo però le due gemelline alquanto turbolente, raccontò loro che l’elfo non doveva essere toccato, poiché in caso contrario avrebbe perso la sua magia.
Fu solo nel 2005 che Bell ebbe l’idea di dare seguito a questa tradizione di famiglia, momento in cui aveva appena lasciato il suo lavoro d’insegnante per badare al figlio appena nato.
In quel periodo Bell, in difficoltà economica, iniziò a lavorare part-time dal padre che aveva una ditta di costruzioni e questo le permise di guadagnare 180 dollari ogni due settimane, che allora le sembravano una fortuna.
Essendo il suo ufficio alquanto lontano da dove viveva, ogni tanto iniziò ad andare a dormire con il bambino dai suoi genitori e fu in quel momento che si ritrovò nuovamente davanti al suo elfo sulla mensola e le venne in mente l’idea di scriverne un libro; mai avrebbe pensato che la sua idea senza pretese si sarebbe trasformata in un fenomeno globale.
Una volta finito di scrivere il testo, non trovarono nient’altro che rifiuti da parte delle case editrici e per questo motivo decisero di auto-pubblicarsi.
Nel 2005, Bell invitò la sorella Pitts (esperta di marketing) a partecipare al progetto, che accettò con grande interesse l’offerta, tanto da lasciare il suo lavoro alla QVC e vendere la sua casa in Pennsylvania per trasferirsi in Georgia.
Le tre donne diedero fondo a tutti i loro risparmi per creare la Creatively Classic Activities and Books, la casa editoriale che permise loro di pubblicare le prime 5000 copie che contenevano gli acquerelli dell’artista locale Coë Steinwart.
2. La Svolta del 2007
Per i primi anni il libro fu venduto solo all’interno di piccole fiere locali, ma il 2007 fu l’anno della grande svolta, quando l’attrice Jennifer Garner fu fotografata a New York mentre portata con se una scatola di Elf on the Shelf .
Un mese dopo, il programma televisivo “Today” mostrò uno stralcio del libro e solo un giorno dopo la Creatively Classic Activities and Books fu letteralmente inondata di chiamate di librerie e giocherie che volevano ordinare il libro.
Dodici anni dopo dal primo lancio il libro è diventato un fenomeno globale, con oltre 11 milioni di copie vendute.
3. Versione Italiana
Nel momento in cui scriviamo, Elf on the Shelf non è stato ancora tradotto in italiano, nonostante l’interesse del pubblico che si può riscontrare nelle statistiche di ricerca.
4. Nuovi Prodotti
Da quando il libro fu pubblicato per la prima volta nel 2005, l’azienda ha messo in commercio altri prodotti che stanno lentamente entrando nella tradizione originale.
Uno di questi sono “I cuccioli dell’Elfo” (in lingua originale, Elf Pets) che includono una renna e un San Bernardo. Come nel prodotto originale, anche i cuccioli vengono venduti con il loro libro personale. La storia della renna spiega come faccia la slitta di Babbo Natale a volare, mentre la seconda da dove derivano i suoi poteri.
A quanto pare, l’idea d’inserire degli animali all’interno della linea di prodotti nacque dal fatto che i bambini iniziarono a tempestare di chiamate la casa editrice, chiedendo se l’elfo di Babbo Natale avesse dei cuccioli e come si chiamassero.
Il prodotto più nuovo è invece “Letters to Santa” che consiste in un kit per scrivere le letterine a Babbo Natale. Secondo la storia, il bambino deve lasciare la letterina a l’elfo che la consegnerà personalmente a Babbo Natale durante una visita notturna al Polo Nord, ma successivamente la riporta indietro sotto forma di decorazione per l’albero di Natale. A proposito, guardate queste decorazioni per l’albero di Natale fai da te.
Per concludere, i fondatori hanno scritto e prodotto un cortometraggio di 23 minuti intitolato “An Elf’s Story” (La storia di un Elfo) di Chad Eikhoff, andato in onda nel 2011 sulla CBS e da cui è nato anche un merchandising di vestiti e attività per bambini.
Nel 2012 “The Elf on the shelf” ha fatto la sua prima apparizione nella parata del giorno del ringraziamento a New York (la parata più grande al mondo) accanto ad Hello Kitty e Grande Puffo.
5. Prodotti e parodie ispirati a Elf on The Shelf
Da quando è esploso il successo di Elf on the shelf, sono stati tanti i prodotti che sono stati ispirati da questa idea; uno di questi è Mensch on a Bench che sarebbe la versione ebrea dell’elfo di Natale. Si tratta di un peluche imbottito che raffigura un rabbino seduto su una panchina. Mensh, in lingua Yiddish, vuol dire uomo integro e onorevole.
Ma questa non è l’unica parodia dell’elfo sulla mensola. Non possono non essere menzionati anche “Trump on a Stump” (Trump su un tronco), the Switch Witch (con una streghetta) e altri.
Le Polemiche
Come tutti i fenomeni globali e di massa, anche quello dell’elfo sulla mensola ha ricevuto non poche critiche da parte di genitori, psicologi e giornalisti. L’accusa è quella di commercializzare il Natale e di rendere normale e accettabile l’essere spiati e sorvegliati.
Kate Tuttle, la giornalista di “The Atlantic”, descrive il fenomeno come una potenza malefica mascherata da tradizione natalizia, il cui obiettivo è quello di spiare i bambini. Sostiene poi che non si dovrebbe prendere in giro i bambini facendogli credere che comportarsi bene possa portare a ricevere dei regali; le due cose dovrebbero essere slegate tra loro e i bambini dovrebbero imparare a comportarsi bene senza doppi fini.
La professoressa Laura Pinto sostiene invece che questo tipo di “gioco” può far pensare ai bambini che non hanno diritto alla loro privacy, danneggiando così potenzialmente la loro autostima.
Secondo altri, il fatto che i bambini non abbiano diritto di toccare l’elfo, rende questo gioco uno spettacolo pericolosamente passivo, trasformandosi in un surrogato della televisione e dello smartphone.
Per concludere…
Spero di avervi aiutato a capire la storia, le origini e la tradizione dell’Elfo sulla mensola; per ulteriori informazioni, mi potete inviare un messaggio per mezzo della pagina contatti. Buon Natale!
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